Aggiornare vecchi contenuti per aumentarne il traffico

Aggiornare vecchi contenuti per aumentarne il traffico

Nella gestione di un sito web (blog o altro) spesso ci si concentra sulla produzione costante di nuovi contenuti. Abbiamo già visto in un altro post come l’assioma “pubblico nuova roba, Google mi premia” è piuttosto relativo (vedere qui).

Anzi, se la strategia e analisi dei nuovi contenuti non è fatta con cognizione di causa, il rischio è una perdita di tempo e un peggioramento dell’ecosistema web (tradotto, nuova mondezza viene messa online e Google la deve ingurgitare).

Oggi invece vediamo come mettere mano su vecchi contenuti può apportare in molti casi benefici in termini di ranking, visibilità, CTR, big money. Anche qui però, l’individuazione del contenuto e il lavoro di “rinfresco” dello stesso, va fatto come Google comanda.

Leviamoci subito un pensiero. Non basta allungare il brodo in termini di parole. Moltissimi, anche SEO, partendo dall’assioma “Google ama i contenuti lunghi” (vero in molti casi, meno vero in altri), suggeriscono di prendere un vecchio contenuto e aggiungere parte testuale.

Quel contenuto ha 400 parole? Arriva a 1000 e taaaac prima posizione in serp. Che Dio li benedica purtroppo non funziona così. Occorre studiare le serp e capire i probabili motivi per cui quel contenuto sta lì.

Questi in genere passano per intento di ricerca, backlink, autorità del portale e poi ovviamente anche qualità del contenuto (sempre però rapportata all’intento di ricerca della query in questione).

Fatta questa forse eccessivamente lunga premessa, veniamo al nocciolo di come aggiornare un vecchio contenuto. Questa attività passa per: individuazione del contenuto, aggiornamento e ripubblicazione dello stesso.

Come individuo il contenuto da aggiornare?

La parte più delicata e importante, la selezione del contenuto da aggiornare. Vediamo nel dettaglio i fattori da considerare.

Il contenuto deve targettizzare keywords

Lo scopo dell’attività è il miglioramento del ranking su una o più keywords di riferimento. Per questo motivo dobbiamo andare a scegliere un contenuto che le targettizzi effettivamente.

Ampliare o aggiornare un contenuto vecchio che non targettizza keyword può essere un’ottima cosa, ma a beneficio dei fedelissimi del nostro sito. Qui invece stiamo analizzando un’attività “puramente SEO”.

Prima regola: non toccare quello che funziona

Dopo l’universale “dipende” che caratterizza il mondo SEO, a mio avviso una regole essenziale che dovreste seguire è quella di non mettere mano su ciò che funziona (anche quando non capite perché funziona).

Battute a parte, abbiamo a che fare con un contesto che in gran parte sfugge al nostro controllo (il pallone è di Google). Con riferimento all’aggiornamento di vecchi contenuti, un esempio consente di cogliere il discorso.

Mettere mano a un contenuto in seconda posizione per una data keyword, potrebbe essere una scelta non saggia. In tal caso i rischi superano i potenziali benefici. Ovviamente ben vengano i test, ma occhio a farli sulle spalle di un cliente.

Il nostro contenuto perfetto da aggiornare dovrebbe trovarsi da qualche parte nelle retrovie di Google. Dunque il motore lo ha individuato come in qualche modo in relazione alla query che ci interessa.

Poi ovviamente gli step successivi passano per individuare un contenuto che ha dei deficit in termini di qualità dello stesso, qualità come sempre relazionata alla query in questione. In questi casi, aggiornando e ampliando il contenuto si possono ottenere pure corposi benefici.

Occhio ai backlink

Proprio perché cerchiamo contenuto con deficit di qualità, dobbiamo escludere tutte gli altri fattori per i quali altri contenuti si posizionano sopra il nostro. Come ad esempio i backlink.

Se per il contenuto in questione, dopo attenta analisi, appuriamo che i competitor hanno un ranking migliore perché ricevono più backlink (primo passo è analizzare i backlink proprio verso quel contenuto, secondo andare a vedere in generale, in termini di autorità del dominio ospitante).

Se dopo tutto questo, come direbbe il celebre commissario Montalbano, “ci siamo fatti persuasi” che non siamo di fronte a content issue, ma a un deficit di backlink, aggiornare il contenuto rendendolo una pietra miliare del web potrebbe non portare risultati (in termini di ranking intendo, l’umanità invece ve ne sarà grata).

In tal caso invece, PayPal alla mano, sarebbe meglio spostarsi in uno dei tanti gruppi di vendita dei link a sopperire alle vostre mancanze.

Per approfondire, andare a vedere anche il post: Anchor Text Strategy.

Occhio all’intento di ricerca

Qui andiamo veloci con un esempio. Se la serp che vi interessa è popolata da contenuti di tipo informativo e voi volete invece posizionarci un contenuto che chiameremo commerciale, potrebbe non funzionare.

Google premia determinati intenti di ricerca perché in linea di massima lo fanno gli utenti nelle loro query bisognose. Bisogna quindi rispondere allo stesso modo se vogliamo prenderci una parte del paradiso di quella serp.

Molte serp sono anche miste, però in tal caso bisogna vedere il caso concreto. Per approfondimenti vai a vedere il “dipende” sopra.

Come aggiornare il vecchio contenuto

Abbiamo trovato il nostro contenuto vecchio con potenziale, abbiamo escluso che quelli sopra di noi stanno lì per backlink e autorità, abbiamo inoltre studiato per bene l’intento di ricerca e siamo in linea. Dunque, a questo punto, quel contenuto con buona probabilità se migliorato può crescere in serp (anche rapidamente).

Il miglioramento del contenuto può essere sintetizzato in due filoni: ottimizzazione dei tag fondamentali per la/le keyword di interesse, scrittura dello stesso in modo da intercettare il taglio dei contenuti posizionati meglio.

Ci “apriamo” le serp d’interesse e ci studiamo in modo certosino i contenuti che rankano meglio e che vorremmo “copiare”. A questo fine ci possono aiutare strumenti come urlsmatch.eu. Per chi non lo conoscesse, consente di confrontare 3 url diverse, dal punto di vista contenutistico. Molto interessante in particolare la parte delle occorrenze tra parole chiave.

Andiamo a vedere il taglio del contenuto competitor, come è strutturato in termini di heading, come sono ottimizzati title, url, meta description, se contiene o no dati strutturati, se aggiunge immagini, video o altri contenuti multimediali, ecc. ecc. Insomma facciamo tutte quelle magie tipiche della nostra professione.

Ma accanto a questo andiamo anche a analizzare come risponde alla query in questione, che taglio dà al contenuto, come organizza gli argomenti, e allarga il famigerato campo semantico.

Ovviamente si tratta di un’attività per cui non basta la mera capacità di intendere e volere. Occorre tempo, un po’ di esperienza nel settore e doti analitiche.

Quindi studiare e testare, cosa che tra l’altro vale anche per i professionisti navigati (i quali spesso sembra un po’ se ne scordino).

Ripubblicare il contenuto: aggiornate la data!

Una volta che avete fatto tutto a modino rileggete e pubblicate. Prima di farlo, aggiornate anche la data del post. Vari test hanno dimostrato che aggiornando la data, soprattutto su alcune query informazionali, si ottiene un discreto boost in termini di ranking.

Ovviamente quando questa cosa è arrivata alle orecchie del grande pubblico, molti si sono affrettati ad aggiornare date senza modificare in alcun modo il contenuto.

Purtroppo siamo un popolo di santi, navigatori e aggiornatori di post a cazzo di cane. Come direbbe un marketer ormai molto noto, “non è quella roba lì”. L’aggiornamento della data è l’ultimo step del percorso descritto sopra (dovete fare un po’ di fatica).

Abbiate pazienza

L’ultimo consiglio è quello di avere pazienza. La SEO non è attività per ansiosi. Chi scrive un po’ lo è ed infatti non è più dotato di capelli.

Nel vostro caso, se dopo poche ore dall’aggiornamento del post non siete ancora primi su Google, non è il caso di strapparvi i vostri di capelli.

In alcuni casi ho notato che la crescita del posizionamento, a volte pure notevole, avviene poche ore dopo l’indicizzazione; in altri casi invece si vedono risultati in tempi più lunghi; in altri ancora i cambiamenti sono poco rilevanti (succede pure, sono i rischi del mestiere).

Ora che sapete come aggiornare vecchi contenuti, andate a spolverare le paginazioni del vostro blog, tool alla mano, alla ricerca magari di un tesoro sepolto e in attesa di nuova vita.

Se ti serve una mano con analisi e aggiornamento dei contenuti del tuo sito, contattami pure per una consulenza.

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