Se pubblico sempre nuovi contenuti Google mi premia. O forse no…

Se pubblico sempre nuovi contenuti Google mi premia. O forse no…

In un certo mondo SEO gira ancora prepotente una leggenda. Questa si può sintetizzare nella frase che ha dato il titolo a questo post: se pubblico sempre nuovi contenuti Google mi premia…

In generale il mondo (non solo quello SEO) è un po’ più complicato rispetto a questo approccio. Ma andiamo con ordine.

Di solito i seguaci del copywriting ossessivo non chiariscono mai cosa si intende con “Google mi premia”. Mi premia in senso generale? (il sito cresce su tutto); mi premia sulle chiavi che mi interessano? (e vai di big money); mi premia su quell’articolo in particolare?

In una vecchia web agency dove lavoravo, il boss, fautore del dualismo nuovo contenuto/premio Google, ci spingeva a pubblicare qualcosa ogni giorno nel blog aziendale.

Questo perché, come la formica stacanovista della celebre favola, il duro lavoro avrebbe smosso Google nel premiare il sito web. Il risultato di questa linea aziendale era la pubblicazione di un post giornaliero che, per via delle continue esigenze di nuove pubblicazioni, era più o meno scopiazzato qua e là sul web.

Potete immaginare il risultato. Quell’infame di Google non ci ha premiato per nulla e dopo un po’ le pubblicazioni si sono prima ridotte, poi azzerate. Non si tratta dell’unico caso. Il cimitero delle pagine web è pieno di blog dalle buone intenzioni, passati da pubblicazioni ossessive, alle balle di fieno. 

Occorre la solita precisazione: le serp non sono tutte uguali. Su alcune i contenuti spammati, spinnati, duplicati possono ancora fare la loro ottima figura. Ma non è il discorso centrale che si sta affrontando in questo post.

Qui si cerca di analizzare se e quando pubblicare nuovi contenuti può avere un valore dal punto di vista del posizionamento SEO.

Quando i nuovi contenuti sono un valore aggiunto

Iniziamo subito con il chiarimento più banale (che in realtà forse non lo è così tanto). Le nuove pubblicazioni all’interno di un sito web in sé, non portano un valore aggiunto a livello SEO.

Certo se pubblico mille pagine al giorno nuove, magari qualche chiave la vado a intercettare (pure per caso) che mi porta un po’ di traffico. Un po’ come sparare nel mucchio (ma non è neppure scontato).

Il nocciolo della questione è che molti dei fautori dei nuovi contenuti = premio, si aspettano di essere premiati sulle chiavi che più gli interessano (di solito quelle commerciali), pubblicando come un rullo compressore nuovi post. La tenerezza di quest’approccio non ha eguali.

Mi interessa la chiave “traslochi Roma”, creo un blog e ingozzo Google di post ogni santo giorno. Google felice, perché con la pancia piena, mi posiziona primo su quella chiave.

Quando quindi i nuovi contenuti sono un valore aggiunto, anche lato SEO? Lo sono quando vengono inseriti all’interno di una strategia, che definirei anche consapevole.

Quando viene fatta una ricerca delle parole chiave, viene organizzato il contenuto in modo da rispondere al search intent di riferimento, vengono creati i contenuti internamente al sito web in modo che non si cannibalizzino a vicenda, quando si organizza un sistema di internal linking oculato.

Se si ha un obiettivo SEO questo deve essere posizionare quel singolo post per le chiavi individuate e per cui è ottimizzato. Ciò può aprire una nuova finestra di traffico verso il sito web. Occorre però rendersi conto che tale traffico non sarà necessariamente di conversione diretta.

Facciamo un esempio: ho un sito il cui core business ruota intorno alla chiave “Traslochi Internazionali”, pubblico sul blog e posiziono un post sulla “normativa internazionale delle tariffe doganali”.

Gli utenti che atterreranno sul mio post probabilmente non sono quelli che posso convertire in miei clienti. Magari è uno studente che scrive una tesi o altro. Ciò non vuol dire che il post è commercialmente inutile sempre. 

La conversione potrebbe essere indiretta, oppure posso comunque andare a targettizzare un obiettivo di brand (farmi riconoscere come un esperto del settore) di lungo periodo (qui sì servono contenuti, ma di qualità, che richiedono molto lavoro).

Qui però stiamo analizzando la cosa lato SEO. Il messaggio centrale che vorrei passasse è che se voglio far crescere il posizionamento, ad esempio sulla chiave “traslochi internazionali”, pubblicare a rotta di collo nuovi contenuti sul sito, magari con un sistema di link interni a chiave esatta altrettanto ossessivo, potrebbe non essere una buona idea. 

Forse occorre un’altra strategia, magari lato off site. Leggi come: “procurateveli” due link che male non fanno! Se proprio dovete fare qualcosa, forse mettere mano al portafogli è meglio che imbracciare la tastiera.  

La SEO si sa è il mondo del “dipende”. Su alcune chiavi molto generiche è pure possibile che Google premi i siti web che conferisco rilevanza su quella chiave, con diverse pubblicazioni in merito.

Qui entriamo in un terreno piuttosto complesso. Ma il messaggio di fondo rimane valido. Tastiere ferme, se volete posizionare un sito per una o più chiavi specifiche, riempire in modo ossessivo il web di ulteriore mondezza potrebbe non essere il piano di attacco migliore.

Quando pubblicare nuovi contenuti può fare pure male

Quindi abbiamo visto che nella maggior parte dei casi, le nuove pubblicazioni non conducono a un premio indiretto e alla gloria eterna. Ma ci sono anche fattispecie dove la pubblicazione di nuovi contenuti può anche avere effetti nocivi (esatto, il mondo è un posto bruttissimo).

Google sembrerebbe premiare la verticalità dei siti web, perché la identifica come ultra specializzazione su un argomento specifico.

Dunque se su un sito molto verticale su un argomento, inseriamo magari un blog e iniziamo a produrre contenuti che spaziano anche su altri ambiti affini, la conseguenza potrebbe essere vedere il sito in questione perdere posizionamenti sulla chiave principale posizionata.

Il motivo è che allargando il topic centrale di quel sito con nuove pubblicazioni, Google su quella chiave potrebbe decidere di privilegiare siti maggiormente verticali e focalizzati.

Stiamo ragionando in termini realistico-ipotetici, nella SEO non vi sono certezze e se ancora non ci siete arrivati, dovreste diffidare da chi vi promette l’Olimpo di Google.

In ogni caso il messaggio finale che vorrei passasse è anche di tipo ecologico.

In un mondo dove dobbiamo ridurre le emissioni e l’inquinamento, sarebbe bene limitare anche la spazzatura che viene messa online ogni giorno, soprattutto quando, rispetto agli obiettivi che ci si pone lato SEO, è del tutto inutile.

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