Come nascondere i backlink ai competitors

Come nascondere i backlink ai competitors

Nascondere i backlink ai competitors può darci un importante vantaggio sulla concorrenza. L’attività di costruzione di solidi ed efficaci profili di link in ingresso è lunga e dispendiosa. Questa richiede capacità di analisi, budget, abilità nello stringere relazioni con chi gestisce altri siti e portali. I vari tools sul mercato consentono agevolmente di ricostruire la nostra strategia di link building, sia sui siti web scelti, che relativamente al bilanciamento degli anchor text.

Dunque se la nostra strategia risulta efficace, i competitors attraverso i loro account su tools come Majestic, Ahrefs o SEOZoom, possono ricostruirla e tentare di emularla. Per questi motivi può risultare più che utile nascondere i backlink agli occhi curiosi di chi vuole guadagnare posizionamenti migliori a nostre spese. Vediamo quindi alcuni consigli pratici su come tenere nascosto il nostro profilo di backlink.

Bloccare i bot dei tools

Come i motori di ricerca, anche i vari tools sul mercato utilizzano i propri bot, per analizzare le pagine web e rendere disponibili una serie di dati, tra i quali i link, che le riguardano. Tali bot possono essere identificati o attraverso un indirizzo IP oppure con il nome stesso del bot (definito User Agent String). Ad esempio, facendo riferimento ai due tools considerati più efficaci nell’individuare i link in ingresso, cioè Majestic e Ahrefs, i bot identificativi sono rispettivamente MJ12bot AhrefsBot.

Bloccare l’accesso ai bot identificativi dei tools, consente di impedire (o quanto meno rendere più difficoltoso) l’ottenimento di informazioni sui nostri profili di backlink. Per far ciò ci serviremo del file Robots.txt oppure del .htaccess.

Il file Robots.txt

Identificati i bot a cui vogliamo negare l’accesso al nostro sito web, creeremo una serie di regole all’interno del file Robots.txt. Vediamo un esempio concreto:

User-agent: MJ12bot
User-agent: AhrefsBot
User-agent: SemrushBot
User-agent: ZoomBot
Disallow: /

Nell’esempio riportato, è stato bloccato l’accesso ai bot identificativi i seguenti tools: Majestic, Ahrefs, SEMrush e SEOZoom. Si può anche seguire un approccio inverso, consentendo l’accesso solo ad un numero limitato di bot (quelli dei motori di ricerca ad esempio, tipo Googlebot), bloccandolo invece tutti gli altri crawlers. Alcuni bot però non rispettano le regole del file Robots.txt, dunque per “occultare” i nostri profili di backlink, possiamo servirci anche del file .htaccess.

Il file .htaccess

L’esempio seguente è tratto dal sito di Craig Campbell. Lo scopo è utilizzare il file .htaccess, per indirizzare i bot dei tools prescelti verso un sito web diverso da quello che vogliamo proteggere da occhi indiscreti. Attraverso un redirect 301, i bot dei tre tools vengono indirizzati verso un altro sito web:

RewriteEngine On
RewriteBase /

RewriteCond %{HTTP_USER_AGENT} .*AhrefsBot.* [OR]
RewriteCond %{HTTP_USER_AGENT} .*MJ12bot.* [OR]
RewriteCond %{HTTP_USER_AGENT} .*ZoomBot.*
RewriteRule ^(.*)$ http://www.altrositoweb.it/ [L,R=301]

Order Allow,Deny
Allow from all
Deny from 216.123.8.0/8
Deny from ....

Le soluzioni proposte non sono infallibili, ogni anno arrivano sul mercato nuovi tools che possono accedere ai nostri siti web attraverso differenti IP. Per approfondire alcuni aspetti su come nascondere i backlink si può fare riferimento anche a quest’articolo.

Rel Canonical

Un inconveniente dei metodi proposti, è che se non possono servirsi dei tools per spiarci i competitors, non possiamo neanche utilizzarli noi stessi per raccogliere informazioni utili sui nostri progetti. Un compromesso potrebbe essere quello di bloccare l’accesso a quei tools che noi non utilizziamo, in modo da rendere quanto meno più difficoltoso il reperimento delle informazioni agli altri.

Alcuni esperti SEO hanno individuato un metodo alternativo per nascondere i backlink ai competitors. Si tratta dell’utilizzo del Rel Canonical. Ma come funziona? Si creano delle pagine duplicate del nostro sito web su un altro dominio e vi si inserisce un rel canonical verso le pagine del sito originale. In questo modo il  motore di ricerca vede le pagine come dei duplicati dell’originale.

Costruendo un profilo di backlink sul duplicato si dovrebbe dunque favorire l’originale. Infatti i link che puntano alla copia, grazie al rel canonical, trasferiranno la spinta al sito originale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *